venerdì 4 maggio 2012

Il codice uova


Buonasera a tutti,
questa sera vi propongo un argomento interessante. Intanto lo posiziono in "naturopatia"(credo varierò il titolo)...ma in realtà è una semplice ma importante informazione. 
Probabilmente  molti di voi sono già a conoscenza di questo, il che è cosa ottima, però, in caso ci fosse qualcuno che non lo sapesse, vado a riprendere qui sotto un post che avevo pubblicato nel sito "How to be green" per informare le persone su come riconoscere l'origine delle uova grazie al codice che hanno stampato nel guscio.

"[...]Spesso le galline vengono maltrattate, chiuse in gabbie piccolissime senza possibilità di muoversi, di camminare, di vivere. La loro ovulazione viene regolamentata dalla luce artificiale affinchè creino più uova (perchè una gallina produce massimo un solo uovo al giorno!).Questo tipo di allevamento di galline è chiamato "in gabbia" o più semplicemente "uova di batteria" dove un contadino/allevatore non si preoccupa di COME stanno le sue galline e della QUALITA' delle sue uova. Si preoccupa solo della QUANTITA', mettendo in secondo piano il benessere dei propri animali, considerandoli solamente una fonte di guadagno.
Purtroppo non possiamo chiudere questi "bunker" di galline perchè questi allevamenti sono perfettamenti legali per lo stato italiano, però per iniziare possiamo INFORMARE le persone affinchè sappiano distinguere i tipi di allevamento.


Spieghiamo ora il codice uova, ovvero la rintracciabilità:
Dal 2004 sul guscio di tutte le uova di gallina prodotte nell'Unione europea è necessario che venga marchiato un apposito codice che ne consente la rintracciabilità, indicando il tipo e il luogo di allevamento da dove proviene l'uovo stesso.
Per legge le uova in commercio devono avere, sia sulla confezione che sul guscio, un codice. Facciamo un esempio. Se sul vostro uovo trovate il seguente codice:
3 IT 001 VR 0XX
il primo numero (quello che più c'interessa) indica il tipo di allevamento:
  • "0" - produzione biologica (una gallina per 10 metri quadrati su terreno all’aperto, con vegetazione)
  • "1" - all'aperto (una gallina per 2,5 metri quadrati su terreno all’aperto, con vegetazione)
  • "2" - a terra (sette galline per 1 metro quadrato su terreno coperto di paglia o sabbia in capannoni privi di finestra e luce sempre accesa)
  • "3" - in gabbia (25 galline per metro quadrato, in posatoi che offrono 15 centimetri per gallina)
IT - paese di produzione delle uova
001 - comune di allevamento
VR - provincia di appartenenza
0XX - allevamento di deposizione
Sull'imballaggio devono essere riportate le seguenti informazioni:
  • nome, indirizzo e codice del produttore
  • numero di uova e/o il peso
  • giorno o periodo di deposizione
  • tipo di allevamento con le seguenti diciture:
    • "uova da agricoltura biologica"
    • "uova da allevamento all'aperto"
    • "uova da allevamento a terra"
    • "uova da allevamento in gabbie

In Italia, in Francia e in numerosi altri Paesi, la maggior parte della produzione delle uova deriva da allevamenti in gabbie. La Svizzera nel 1992 ha invece proibito l'allevamento in gabbia. Questo provvedimento, fortemente supportato dalle locali organizzazioni ambientaliste, non ha dato però i risultati sperati in quanto non proibisce comunque l'importazione dall'estero di uova da allevamento in gabbia, che attualmente coprono circa il 50% del fabbisogno locale
Le uova di categoria B non adatte al consumo umano, non hanno obbligo di stampigliatura, ma gli imballaggi devono essere contraddistinti da una fascetta o un'etichetta di colore rosso.


Riflettiamo su tutto questo.
Impariamo a guardare i timbri, le etichette, gli ingredienti. Se vogliamo imparare a mangiare sano è indispensabile...
L'importante è iniziare a conoscere.
Nel nostro paese manca l'informazione e a causa di questo dilaga l'ignoranza che non permette , spesso, alle persone di riflettere e poter fare una scelta."


1 commento:

  1. Cavolo... Non le sapevo tutte queste cose! Grazie Prema, ci farò attenzione!!!

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